mercoledì 8 febbraio 2012

Intervista a Ilenia Provenzi e Francesca Silvia Loiacono, autrici de La discesa dei Luminosi

Ringrazio molto le autrici Ilenia e Francesca per avermi concesso questa intervista, sono certa che siate tutti curiosi di conoscerle meglio e di scoprire qualcosa in più su La discesa dei Luminosi :) Buona lettura!

1. Benvenute ragazze, grazie di aver accettato l'invito a questa intervista. Per rompere un po’ il ghiaccio inizierei con le domande classiche, del tipo: Chi sono Ilenia e Francesca Silvia? Descrivetevi ai nostri lettori.

ILENIA: Io sono un’inglese mancata… amo la solitudine, le nuvole, l’accento British, Harry Potter e sono tè-dipendente. Il mio colore preferito è l’indaco, la mia stagione è l’autunno e il mio elemento è l’aria. Non sopporto le bugie, la disonestà e… sono brava a fare le torte di mele!

FRANCESCA: Impulsiva, avventata, spontanea e imprevedibile. Eccomi qui! A chi mi chiede chi sono rispondo sempre che assomiglio alla sorella più impulsiva delle due protagoniste di “Ragione e sentimento”, Marianne Dashwood.

2. Come è nata la passione per la lettura e la scrittura? C'è stato un momento decisivo nelle vostre vite oppure è stato più un processo graduale?

ILENIA: I libri mi accompagnano fin dalla culla, sono sempre stati i miei migliori amici. Da piccola, quando non ero soddisfatta del finale di un romanzo mi divertivo a riscriverlo a penna sull’ultima pagina. Però è stata la mia insegnante di italiano e latino del liceo a spingermi a scrivere sul serio. Avevamo un rapporto speciale e credo di avere deciso di trasformare la mia passione in un lavoro proprio grazie a lei.

FRANCESCA: Da bambina prendevo sempre ottimi voti nei temi di italiano e scrivere mi è sempre piaciuto tantissimo, mentre confesso che avevo dei seri problemi con la geometria e la matematica. Ma la vera scintilla è scoccata a 16 anni: ero in Grecia, in riva al mare, su un'isola sperduta nel Mediterraneo e guardando le stelle, di notte, ho scritto la mia prima poesia. Dieci anni dopo è stato pubblicata la mia prima raccolta di poesie, poi mi sono dedicata ai racconti brevi. La discesa dei luminosi è il mio primo romanzo ma ho intenzione di scriverne molti altri!

3. Avete un particolare momento della giornata e luogo in cui vi piace scrivere?

ILENIA: D’inverno scrivo la sera, quando tutto tace ed è più facile immergersi in un altro mondo. Mi metto sul divano oppure a letto, con la luce bassa e le mie canzoni preferite. Invece d’estate, soprattutto se sono fuori città, mi piace scrivere la mattina appena alzata, in cucina, con una teiera fumante accanto al computer.

FRANCESCA: La sera è il momento più adatto all'introspezione, alla poesia, alla scrittura di getto, sull'onda delle emozioni. La mattina invece è perfetta per tessere la trama di un romanzo: bisogna essere lucidi e razionali quando si tirano le fila di una storia lunga. Vi chiederete… e il pomeriggio? Beh, quello è perfetto per rileggere e correggere. Ma spesso l'urgenza è tale che scombino ogni regola e scrivo giorno e notte!

4. C'è un genere che vi piace molto leggere? Avete mai pensato di scrivere un libro proprio di quel genere?

ILENIA: Io leggo volentieri i mystery e i thriller storici, amo il mistero e mi diverto a costruire delle trame intricate, avventurose. Mi piacerebbe scrivere un romanzo di questo genere ambientato nel mondo dell’arte, senza dimenticare l’elemento romantico che considero sempre suggestivo in una storia.

FRANCESCA: Oltre al genere urban fantasy, amo molto le storie d’amore non ordinarie, imprevedibili. Per questo il mio mito è Murakami, ma apprezzo molto anche Federica Bosco: i suoi libri sono profondi e divertenti, trattano temi davvero attuali e impegnativi come la ricerca della felicità, ma con un’ironia tale da renderli sempre godibili. Non so cosa scriverò in futuro ma di certo mi piacerebbe riuscire a unire elementi onirici e fantasy alla Murakami con la simpatia esplosiva della Bosco.

5. Domanda classica: autore e libro preferito?

ILENIA: Il mio libro preferito è da sempre “Il Signore degli Anelli”. E ovviamente amo Tolkien, ma nel mio personale “olimpo” degli autori ci sono anche l’americana Edith Wharton (soprattutto per “L’età dell’innocenza”) e Italo Calvino.

FRANCESCA: Domanda impossibile! Posso citarne alcuni: “L'eleganza del riccio” di Muriel, “La bastarda di Isanbul” di Alif Shiafak, “Il primo giorno” di Marc Levy e poi naturalmente i libri fantasy: “Le cronache di Dragonlance” di Weiss e Hickman e “Lo Hobbit” (che ho amato molto più del “Signore degli anelli”... ma speriamo che Ilenia non legga questa risposta!).

6. E-book si o e-book no? Anche questa è una domanda che tormenta noi lettori, come si può rinunciare alle sensazioni che proviamo tenendo in mano un libro?

ILENIA: Non si può rinunciare. Io sono una fanatica del libro stampato, mi piace sentirlo tra le mani, inserire i segnalibri e le foglie secche tra le pagine, portarmelo ovunque e vedere la carta che ingiallisce. Continuerò a comprare i libri, anche se credo che gli e-book siano un ottimo modo per leggere di più senza spendere una fortuna.

FRANCESCA: Confesso di avere un Kindle della Amazon e di trovarmici molto bene. Uso spesso il treno per spostarmi e se dovessi portarmi dietro volumi come “I pilastri della terra “ di Ken Follett diventerei gobba nel giro di pochi anni. Però concordo con Ilenia: il libro tradizionale ha un fascino che non morirà mai. Forse il lettore del futuro dovrà dividersi tra versione elettronica e carta stampata, facendo delle scelte.

7. Passiamo alle domande sul vostro libro, La discesa dei Luminosi; come è stato scrivere a quattro mani? Avete avuto dei momenti di disaccordo oppure avete sempre "viaggiato sulla stessa lunghezza d'onda"?

ILENIA: Ci siamo divertite tanto a scrivere la storia dei Luminosi. Essere in due ci ha permesso di scambiare idee e commenti in tempo reale, di incoraggiarci a vicenda e anche di darci delle scadenze. Scrivere a quattro mani è difficile, ma noi abbiamo trovato la soluzione alternando le nostre voci e creando due storie parallele. È stato bello vedere come le nostre diverse personalità emergevano nei personaggi, era come scoprire noi stesse attraverso la scrittura.

FRANCESCA: E' stata un'esperienza fantastica! La rifarei ancora, e ancora, e ancora!

8. Un'innovazione rispetto al panorama YA è senza dubbio l'introduzione dell'elemento "archeologia" all'interno della storia; cosa vi ha portato in questa direzione?

ILENIA: Volevamo creare qualcosa di nuovo, portare un elemento diverso e originale nel genere urban fantasy. Il passato mi appassiona da sempre, perché credo che nasconda ancora molti misteri che gli uomini ignorano. E sono una grande fan dei romanzi ambientati nel mondo delle scoperte archeologiche. Creare una trama avventurosa, una sorta di “caccia al tesoro”, ci sembrava un bel modo per costruire una storia diversa, che non fosse centrata sulla solita love story alla “Romeo e Giulietta”.

FRANCESCA: Ilenia ed io ci siamo chieste: “E se il nostro protagonista, Jude, fosse una specie di Indiana Jones con due occhi verdissimi e incontrasse una studentessa appassionata della storia dei Maya? E se invece di una famiglia ordinaria questa studentessa avesse una madre archeologa scomparsa prematuramente?” Il nostro libro è nato così: un po’ come un gioco, un po’ come una scommessa.

9. Vi ritrovate in qualche personaggio del libro?

ILENIA: Io amo moltissimo Viola, è un personaggio che rispecchia un momento particolare della mia vita anche se, naturalmente, la sua storia è frutto della fantasia. Ma per rendere i personaggi veri e credibili, credo che sia necessario scavare dentro di sé ed essere disposti a mettere in gioco i propri sentimenti, le proprie idee e anche le proprie fragilità.

FRANCESCA: Confesso che, proprio come disse Flaubert con la sua Madame Bovary, “Danielle Byron sono io!”. Ebbene sì: sono anch’io impaziente, impulsiva, passionale, un po’ infantile, capricciosa. Però non temete: ci sto lavorando sopra... e a poco a poco migliorerò!

10. Ho apprezzato l'idea di ambientare la vicenda in Italia, le ambientazioni suggestive di certo non mancano; come mai avete scelto proprio Venezia?

ILENIA: Volevamo una città che rappresentasse insieme la bellezza e la fragilità del genere umano, l’arte e la decadenza, e Venezia era perfetta. Inoltre, ogni volta che la vedo mi trasmette una strana sensazione, come se sulla laguna aleggiasse una sorta di magia. È una città che rischia di sparire da un momento all’altro, come poteva non essere legata alla profezia sulla fine del mondo?!

FRANCESCA: Venezia è vita e morte, immortalità e caducità, passato e futuro. Ho sempre amato “Morte a Venezia” di Thomas Mann per la sua capacità di suscitare nel lettore un alone di decadenza e mistero, fascino e repulsione. E poi sono molto legata a questa città perché i miei genitori mi ci portavano sempre da ragazzina: a Carnevale amavo andare a zonzo tra le maschere colorate, e fare un milione di foto!

11. Il finale del libro sembra aperto a un seguito, potrebbe rientrare nei vostri piani?

ILENIA: Potrebbe. Vedremo se i Maya ci permetteranno di continuare a scrivere…

FRANCESCA: I Luminosi non vedono l’ora di cominciare una nuova avventura sulla Terra (o perché no, su Aurora?) ma il destino del libro è nelle mani dei lettori, adesso. Contiamo di su di voi!

12. Al di là di questo libro pensate che continuerete a scrivere in coppia oppure le vostre strade si divideranno?

ILENIA: Io spero che accadano entrambe le cose, che ognuna di noi possa scrivere un suo romanzo ma anche continuare a lavorare insieme. È bello e stimolante avere qualcuno con cui scambiare opinioni e pareri anche quando si scrive da soli, e tra noi c’è un confronto continuo, vivace e molto onesto.

FRANCESCA: Concordo pienamente con Ilenia. I Luminosi appartengono a entrambe, ma ciò non toglie che ognuna di noi possa tentare nuove storie e nuove strade.

13. Mia curiosità: ho notato che in vari blog si sono scatenate delle discussioni a volte anche molto sentite tra chi sostiene il vostro libro e chi invece non ne è rimasto colpito; in quanto autrici come vivete queste situazioni?

ILENIA: Naturalmente mi aspettavo che il romanzo suscitasse reazioni contrastanti nei lettori, positive e negative. Quando un libro è pubblicato, lo scrittore deve accettare con serenità il giudizio del pubblico: a tutti noi capita di detestare un libro che gli altri invece amano, o viceversa. È normale, io non mi lascio mai influenzare. Forse perché per lavoro scrivo le recensioni dei film e quindi so per esperienza che i gusti sono personali, e che una critica può rivelarsi utile e proficua se è fatta in modo professionale e motivato. 

FRANCESCA: Bene o male, basta che se ne parli! Scherzi a parte, eravamo preparate a ricevere anche delle critiche, ma siamo rimaste molto soddisfatte della calda accoglienza di moltissimi lettori.

Grazie di nuovo per la disponibilità ragazze, in bocca al lupo per tutto e a presto!
Crepi il lupo! Grazie di averci ospitato sul blog!

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