Titolo: La paura
Autore: Francesca Bertuzzi
Editore: Newton Compton
Collana: Nuova Narrativa Newton
Pagine: 352
Prezzo: 9,90€
Data di uscita: 7 giugno 2012
Trama: Un capanno lontano dalla città e avvolto
nel buio. Due ragazze legate a una sedia, una di fronte all’altra. Cos’hanno in
comune? Apparentemente nulla. Solo una serata trascorsa a bere nello stesso bar
di Torino. Eppure qualcuno le ha stordite, rapite e rinchiuse entrambe in un
luogo che odora di morte. E con implacabile e spietato calcolo si accanisce
contro una di loro, torturandola fino a ucciderla. Ma non Giuditta: l’ignoto
carnefice ha deciso di risparmiarla e lasciarla andare. Pur sconvolta e sotto shock,
in mente ha un solo obiettivo: allontanarsi dalla casa delle torture e
mantenere una promessa. «Via Exilles 12. Emma. Promettilo. Emma»: le ultime
parole della ragazza rapita insieme a lei. La sorpresa non tarderà ad arrivare:
Emma è una bambina di soli cinque anni e la casa in cui vive rivela torbidi e
inquietanti particolari sulla madre che non vedrà mai più. Un lavoro in un
ambiguo locale, tanti soldi in contanti di dubbia provenienza, nessun legame.
Ma cosa nascondeva nel suo passato? Chi può avere avuto una ragione per
vendicarsi di lei? Giud inizia a cercare, scavare, indagare nella sua vita,
senza che nulla emerga. Qual è il particolare che le sfugge e che potrebbe dare
un senso a ciò che è accaduto? Forse è qualcosa di importante, qualcosa che la
sua memoria ha voluto rimuovere…
Hanno
detto de Il carnefice:
«Atmosfere cupe e
violenza cieca debitrici di Lansdale.»
D - la Repubblica
«Un lavoro crudo quanto basta, con tanti fantasmi del passato a macchiare il presente della protagonista.»
Il Sole 24 Ore
«La Bertuzzi con la sua opera prima riesce a stupire ogni lettore.»
Vanity Fair
«Una storia abruzzese che viene dal Texas, con molte suggestioni pulp.»
Il Venerdì di Repubblica
«Un noir dai risvolti imprevedibili nella provincia italiana.»
Panorama
D - la Repubblica
«Un lavoro crudo quanto basta, con tanti fantasmi del passato a macchiare il presente della protagonista.»
Il Sole 24 Ore
«La Bertuzzi con la sua opera prima riesce a stupire ogni lettore.»
Vanity Fair
«Una storia abruzzese che viene dal Texas, con molte suggestioni pulp.»
Il Venerdì di Repubblica
«Un noir dai risvolti imprevedibili nella provincia italiana.»
Panorama
Francesca Bertuzzi è nata a Roma
nel 1981. A 22 anni ha conseguito il master biennale in “Teoria e Tecnica della
Narrazione” alla Scuola Holden di Torino. Ha seguito un laboratorio di regia
diretto da Marco Bellocchio e Marco Müller. Negli ultimi anni si è dedicata
alla scrittura cinematografica, vincendo premi e riconoscimenti internazionali
con diversi cortometraggi. Ha diretto e montato il backstage del film Vallanzasca
– Gli angeli del male di Michele Placido e attualmente sta lavorando a due
sceneggiature cinematografiche con produzioni internazionali. Con la Newton
Compton ha esordito nel 2011 con Il carnefice, che ha riscosso un grande
successo, vincendo anche il premio letteratura e cinema Roberto Rossellini
2011.
“ La Paura” è il secondo romanzo noir di Francesca Bertuzzi (ed. Newton Compton) e conferma il potente talento letterario dell’autrice. Come ne “Il Carnefice”, anche qui la forza vera della scrittrice sta in una scrittura limpida e profonda che descrive sentimenti puri, impetuosi e assoluti, capaci di rendere eccezionali vite normali e trasformare cavalli da tiro in purosangue da corsa. Infatti Giud , la protagonista, inizialmente sta per cedere al suicidio, alla tentazione di trovare la pace nelle acque cupe del Po, ma a salvarla ci sono le grida di una ragazza che le chiede aiuto. Istintivamente e senza ragionarci sopra, Giud la soccorre: e non lo fa perché non ha più nulla da perdere, ma perché sente che “deve e basta”, anche se questo può significare tornare alle turbolenze della vita e dell’anima.
RispondiEliminaDa quel momento inizia anche la sua rinascita: il Po può aspettare.
Insieme a Gio, altro personaggio straordinario, Giud vive una seconda vita, quasi biblica, come il suo nome “Giuditta”, come la sua disperata ricerca di redenzione. E se la sua prima vita era stata fatta di realtà quotidiane, la sua seconda vita le svela una realtà urbana sotterranea, fatta di locali di streep poker, merce scaduta e brutalità omicida. Sconfitta nella prima vita, paradossalmente Giud trova la forza nella seconda , una forza contro la quale non c’è più partita per nessuno.
Personaggio fortissimo e fragile, Giud da una parte si fa custode guerriero dei diritti degli innocenti ma dall’altra urla il diritto allo smarrimento e alla disperazione. E’ questa ambivalenza di potenza e debolezza a farcela sentire amica, a schierarci con lei, quasi a essere lei. Un’ambivalenza che ti spinge ad ammirarla ma anche a proteggerla e che attira nella sua orbita altri personaggi del romanzo, a partire dalla “Ragazza che beveva forte” fino a Gio o alla piccola Emma. Tutti personaggi meravigliosi che fanno provare emozioni forti e adrenaliniche, dalla tenerezza alla gioia, alla paura e al pianto, sottolineate spesso da Francesca Bertuzzi con il rimando ad una colonna musicale, in particolare alla canzone di Roberto Vecchioni “El bandolero stanco”, che costituisce il leitmotiv del romanzo e che rende ancora più struggenti alcune situazioni della storia.
Scritto con una scrittura cinematografica, “La Paura” è anche la storia di una mente assassina che massacra le sue vittime, che mette l’affanno e che incarna la ferocia spietata del Male. Infatti, al di là e a dispetto di quelle genealogie della morale che negano l’esistenza del Bene e del Male, riducendoli a semplici invenzioni umane create per sottomettere le masse, il romanzo ne riafferma con forza la presenza e la forza d’urto dello scontro, facendoci percorrere strade urbane e suburbane, sporche di meschinità e sangue, in una geografia della paura.
Carla Sambrotta