Buona domenica gente, oggi approfondiremo la conoscenza di Massimo Cortese, autore della Trilogia della speranza :)
Titolo: Candidato al Consiglio d'istituto
Autore: Massimo Cortese
Editore: Edizioni Montag
Pagine: 56
Prezzo: 10,00€
Trama: E’ un racconto breve, una sorta di monologo interiore in presa diretta sostenuto dalle riflessioni del protagonista: un padre che ha a cuore l’educazione della figlia. Cronaca vivida di una vicenda grottesca che si spinge quasi oltre il limite sopportabile della normalità, e che sconfina a ruota libera nella realtà che si è costretti a vivere ogni giorno, raccontata con maestria e garbo da Massimo Cortese.
Titolo: Non dobbiamo perderci d'animo
Autore: Massimo Cortese
Editore: Edizioni Montag
Pagine: 74
Prezzo: 10,00€
Trama: Proseguendo l'avventura letteraria iniziata con Candidato al Consiglio d'istituto, in questa raccolta l'Autore si racconta: ne esce fuori un'opera che passa in rassegna l'Italia di ieri e quella di oggi. Il motivo conduttore è la speranza, che non deve mai mancare, neppure nei momenti più difficili.
Titolo: Un'opera dalle molte pretese
Autore: Massimo Cortese
Editore: Edizioni Montag
Pagine: 66
Prezzo: 10,00€
Trama: Ci ha fatto sorridere con «Candidato al Consiglio d'Istituto». Ci ha fatto piangere con «Non dobbiamo perderci d'animo». Ma «Un'opera dalle molte pretese» richiede una riflessione personale. Con questa terza opera si conclude la Trilogia della Speranza. Poi si vedrà.
Potete leggere la mia recensione QUI
1.Benvenuto Massimo, grazie aver accettato l'invito a questa intervista. Per rompere un pò il ghiaccio inizierei con le domande classiche, del tipo: Chi è Massimo? Descriviti ai nostri lettori.
Mi chiamo Massimo Cortese, ho 50 anni, vivo e lavoro ad Ancona, dove sono nato. Sono sposato, ho una figlia di dodici anni, alla quale ho dedicato il primo libro “Candidato al Consiglio d’Istituto”. Lavoro come funzionario di un ente locale. Mi sono avvicinato al mondo della scrittura nel 2007, quasi per caso: a pensarci bene, però, avevo avuto dei segnali premonitori, ai quali non avevo attribuito un grande significato.
2. Hai un particolare momento della giornata e luogo in cui ti piace scrivere?
Quando penso a quel che scriverò posso trovarmi in autobus o magari mi faccio la barba: riguardo al momento in cui scrivo al computer, questo avviene abitualmente alla sera o al pomeriggio, quando le circostanze lo permettono. Scrivo nello studio di casa.
3. C'è un genere che ti piace molto leggere? Hai mai pensato di scrivere un libro proprio di quel genere?
Sono sempre stato attratto dalle storie basate su vicende storiche: “Candidato al Consiglio d’Istituto” e “Un’opera dalle molte pretese” sono due espressioni di questa analisi, fatta di monologhi, dialoghi surreali, in un confine continuo tra realtà e fantasia. Il secondo libro, la raccolta di racconti di “Non dobbiamo perderci d’animo” è un omaggio al nostro Paese, e le vicende raccontate ripercorrono i nostri ultimi centocinquanta anni, ad eccezione dell’incontro avvenuto nel Tredicesimo secolo tra Cimabue e Giotto.
4. Domanda classica: autore e libro preferito?
Apprezzo i libri di Giovannino Guareschi. Tuttavia, sono molti gli scrittori importanti: non esiste un libro preferito.
5. E-book si o e-book no? Anche questa è una domanda che tormenta noi lettori, come si può rinunciare alle sensazioni che proviamo tenendo in mano un libro?
Appartengo ad una generazione che si è formata sui libri di carta, sulla gioia per la conclusione di una ricerca, dopo aver consultato i volumi dell’enciclopedia LABOR, che, nella casa paterna, veniva custodita alla stregua di una reliquia, ancora imballata nel cartone. Oggi tutto è mutato, ed io sono il primo a rallegrarmi per le moderne tecnologie informatiche: senza la rete, i Blog Letterari e le Librerie online, nessuno avrebbe scoperto i miei libri. Tuttavia, non rimpiango le affannose ricerche del passato: ricordo ancora la prima visita nella Biblioteca comunale. Frequentavo la scuola media, e mi occupavo, se non sbaglio, della Rivoluzione Industriale dell’Ottocento. La sala di lettura era affollata, ognuno stava in silenzio al suo posto, non si sentiva volare una mosca. Quelle ore sono state decisive per la formazione della mia cultura. Bisogna trovare un punto di equilibrio con il passato: siamo sicuri che nell’attuale situazione i giovani siano più preparati?
6. Passiamo alle domande sui tuoi libri, la Trilogia della speranza; dai libri traspare una forte amarezza nei confronti dei politici e delle pubbliche istituzioni, sebbene nel libro tu lo abbia spiegato, puoi raccontare ai nostri lettori il motivo che ti ha spinto a mettere su carta le tue riflessioni?
Nei miei libri compare in tutta la sua drammaticità il disagio nei confronti
della quotidianità, che è maggiore per le Istituzioni e per i politici, in quanto le rappresentano, ma sarebbe un errore relegare una tale confusione, un tale sbandamento, al solo Mondo della Politica. Non a caso, in Candidato al Consiglio d’Istituto si parla del desiderio di uscire da un certo degrado nel quale sembra essere incappata la società italiana, per cui tutti dobbiamo interrogarci sul nostro vivere quotidiano. Per fare un esempio, se un bambino diretto a scuola, viene investito sulle strisce pedonali, la colpa non è dei politici. Il discorso andrebbe approfondito: come mai siamo arrivati a questo punto? Per questa e per tante altre ragioni, ho cominciato l’avventura letteraria: non voglio lasciare nulla d’intentato. D’altra parte la Trilogia della Speranza, che pian piano ha preso corpo, non è un punto di arrivo, ma una base di partenza, anche se sono consapevole dei miei limiti e del fatto che oggi, in questo Paese, impegnarsi su queste tematiche, senza nessun appoggio, è come lottare con i mulini a vento. Comunque, sono ottimista, altrimenti non avrei scritto i tre libri, risposto alle interviste, e via dicendo.
7. Invidio molto la tua perseveranza nel cercare di far sentire la tua voce e il tuo "grido d'allarme", se così vogliamo chiamarlo; dove trovi lo stimolo a continuare a lottare per portare alla luce queste questioni spinose?
Io sono una persona timida e discreta, ma ad un certo punto della mia vita, ho notato che la misura è colma, e ho ritenuto necessario, per lasciare la mia testimonianza, di far sentire la mia voce. La modalità della scrittura è stata una novità anche per il sottoscritto. Dove trovo tanta forza? Nell’educazione dei miei genitori e nei valori che mi hanno trasmesso, unitamente alla fiducia per le Istituzioni.
8. Pensi che continuerai a scrivere su questi argomenti? Hai già qualche progetto che puoi condividere con i nostri lettori?
Certamente, continuerò a scrivere su queste tematiche. Recentemente ho fatto una riflessione sui Blog Letterari, che vengono gestiti in gran parte da giovani donne: ne è scaturito lo scritto “Le ragazze dei Blog Letterari”. Sull’edizione siciliana del quotidiano Repubblica del 13 gennaio 2011, ho letto un interessante articolo sui Blog Letterari, nel quale vengono confermate alcune mie intuizioni: sono stato veramente contento di questa condivisione di vedute. Lo scritto “Le ragazze dei Blog Letterari” è pubblicato all’interno dell’antologia L’amore delle donne. Ho un progetto in cantiere, ma è prematuro parlarne.
Grazie di nuovo per la disponibilità Massimo, in bocca al lupo per tutto e a presto!
E’ stato un piacere rispondere alle tue domande.
Se non l'aveste ancora fatto vi consiglio di leggere i libri di Massimo, aiutano davvero a riflettere sulla situazione attuale.
Fra
Nessun commento:
Posta un commento