Titolo:
Il giovane Philby
Autore:
Robert Littell
Editore:
Fanucci
Collana:
Tif Extra
Pagine:
240
Prezzo:
16,00€
Data
di uscita: 19
luglio 2012
Trama:
Chi è veramente Kim Philby? O meglio: per chi lavora? Il giovane Philby
dalle guance rosee e dai capelli scompigliati bussa alla porta di Litzi
Friedman, una disinibita comunista viennese, e la conquista con la sua
balbuzie. Così comincia la carriera di uno dei Cambridge Five, gli agenti
segreti britannici più leggendari della storia. La sua vicenda viene narrata da
dieci personaggi, ciascuno con una sua versione e una sua visione personale di
lui. A volte comico, a volte commovente – ma sempre tra le righe – e
necessariamente crudo, questo romanzo ha la vivacità di un diario plurimo scritto
in prima persona e affascina con le sue curiose incursioni nel privato dei
protagonisti: Stalin di persona così deludente rispetto alle foto ufficiali;
Litzi impavida attivista, ma gelosa della compagna dal seno prorompente; il
capitano russo Gusakov che non capisce di essere stato fatto prigioniero dai
suoi stessi capi e, quando viene incarcerato, pensa che lo stiano facendo
‘entrare dalla porta sbagliata’. Per la cronaca: dopo le vicende qui riportate,
Philby riuscì a mettersi in salvo e visse gli ultimi venticinque anni della sua
vita a Mosca, lavorando come istruttore per il KGB. Morì nel 1988.
Robert Littell è nato a Brooklyn nel 1935, oggi
vive in Francia. Laureato alla Alfred University, si è poi arruolato in marina
e ha lavorato come giornalista, soprattutto per il Newsweek, negli anni della
Guerra Fredda. Fanucci Editore ha pubblicato nel 2009 L’Oligarca,
vincitore del Los Angeles Times Book Prize 2005 nella categoria
Mistery-Thriller, nel 2010, L’epigramma a Stalin, che ha ottenuto
importanti riconoscimenti dalla critica ed è stato nominato miglior libro
dell’estate 2010 da Antonio D’Orrico, critico del settimanale Sette del
Corriere della Sera e, nel 2011 è uscito anche I figli di Abramo. Acuto
anche il suo sguardo sulle questione mediorientale di cui discute con il
professor Simon Peres nel libro intervista For the future of Israel
pubblicato nel 1998.
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