Titolo: Le magie di Omnia
Autore: Fabio Cicolani
Editore: La Corte Editore
Collana: Labyrinth
Pagine: 560
Prezzo: 19,90€
Trama: Un
Libro è la chiave che spalanca le porte verso mondi immaginari. Lo sa bene
Fabio Cicolani che ha scritto il primo volume delle "Magie di Omnia"
credendo di mettere su carta i suoi sogni fantastici. Ma accade che il cattivo
di questi sogni, Lycaon, un pericoloso Oscuromante del pianeta magico di Omnia,
riesca a venire in possesso del romanzo che narra la storia della sua
sconfitta. In questo modo Lycaon è in tempo per cambiare tutto, perchè quello
che c'è scritto nel libro non è ancora accaduto! E dal momento in cui inizierà
a leggere del suo destino nero su bianco, il libro muterà radicalmente,
cambiando le sorti di tutti i protagonisti. Ma il Destino porterà Omnia a
soccombere, devastato da Signa, una perfida tiranna diventata L'Imperatrice
della Luce. Saranno giorni oscuri per gli abitanti di Omnia e per gli eroi che
tenteranno di liberarla e che si vedranno costretti a stringere alleanze
inaspettate, a ricorrere a tutto il proprio coraggio, a sperare che Fabio
Cicolani scriva ancora di Omnia. Perchè, paradossalmente, potrebbe essere
l'unica speranza per salvare il loro mondo. Come se non bastasse, nell'ombra
delle storie dei protagonisti, si muove anche una figura misteriosa, che come
un virus si insinua nei giochi di buoni e cattivi, mettendo a rischio i legami
più profondi e riportando a galla pericolosi retroscena da un passato che
neanche l'autore avrebbe voluto svelare.
Questo è uno dei video di cui vi parlavo prima, che ve ne pare? :)
CAPITOLO UNO
QUESTO
LIBRO
Poggio
Moiano, Terra
«Signor Direttore!» esclamò la donna
di mezza età mentre gli andava in- contro a braccia
spalancate.
L’anziano schivò
l’abbraccio e tirò dritto, nascondendo lo sguardo irritato sotto la tesa del
cappello in feltro nero.
Non era il direttore della Casa del
Fanciullo da più di vent’anni e non si poteva dire che fosse stato un
dirigente scolastico memorabile. Perché gli ex-studenti si ostinavano a
salutarlo?
L’ex-direttore infilava un passo dietro
l’altro mentre gli giravano in testa pensieri alquanto bizzarri: se Voldemort
avesse potuto leggere in anticipo la saga di Harry Potter, sarebbe stato
sconfitto comunque? Oppure anche i Signori Oscuri imparano dai propri errori? E
Frodo? Sarebbe riuscito a di- struggere l’anello se Sauron fosse stato a
conoscenza della trilogia di Tolkien?
Ovvio che se la perfida Strega dell’Est
avesse letto, nero su bianco, che le sarebbe piombata una casetta di legno in
testa, si sarebbe spostata.
Pensò che, meglio di una seconda
possibilità, c’è solo quella precedente la prima, l’occasione zero, per così dire.
l vecchio si fermò di fronte alla libreria
Gulliver e sogghignò: al di là di quella soglia c’erano scaffali e scaffali
traboccanti di occasioni zero.
CAPITOLO UNO
LA
VISITA
Ho giurato che non avrei
più scritto una parola su Omnia,
ma poi è stata
distrutta,
e ho dovuto rompere la
promessa.
Lo scaccia-spiriti tintinnò all’improvviso, ma non avvertii
alcun soffio di vento o brusco spostamento. Tintinnò e portò nella mia stanza
un’omniana.
Tra flutti di fumo nero emerse una figura
slanciata, vestita di scuro, un abito lungo con qualche dettaglio luccicante.
Nella penombra vidi brillare i capelli viola intenso che le scendevano sulle
spalle morbidi e sinuosi.
Capii subito che era un essere magico,
perché gli omniani, nel momento in cui compaiono sulla Terra, emanano sbuffi
scintillanti come tappeti rico- perti di brillantini che vengono sbattuti al
sole.
«Ciao», mi disse. Io non risposi. «Dite
così no? “Ciao”» aggiunse. «Sì, diciamo
così. Ma di solito a persone che conosciamo. Noi
ci conosciamo?» «Sono Atena, e vengo da Omnia». Abbozzai un sorriso. Che ci
faceva Atena nel mio studio? Alfa e Omega avevano promesso che mi avrebbero
lasciato in pace. «Cosa ti porta qui, Atena? Non è proibito
contattare i terrestri su Omnia?
Oppure le cose sono cambiate?» «Tutto è
cambiato, adesso.» Il tono con cui lo disse mi preoccupò. Che
intendeva? E perché lo stava raccontando proprio a me? Che
Lycaon avesse modificato il corso della storia con il mio libro? Di nuovo?
Mi sedetti alla scrivania e fissai Atena in
cerca di una spiegazione.
Lei si avvicinò al tavolo. Il fruscio
ovattato dello strascico la accompa- gnava come un corteo silenzioso. Si chinò
fino a entrare nel cono di luce della lampada da tavolo. Vidi meglio il suo
volto, pallido, gli occhi scuri e segnati, le pupille dilatate, la bocca
sottile e contratta.
«Mi devi aiutare, Fabio Cicolani» disse in
un sussurro.
Il mio nome, detto con quella voce,
scandito con cura e riverenza, mi provocò un brivido. Non si era rivolta a me
come a un uomo insignificante di un piccolo paese sulla Terra, parlava
all’autore delle Magie di Omnia, come se non esistessi al di là di quello che potevo fare
per lei.
Scostai il libro e la fissai. Nelle iridi
galleggiavano pagliuzze dorate, piccoli riflessi di magia.
PROLOGO
«Chi sei?» «Non ha importanza, tanto fra un
minuto sarai morto». Egokeros non sembrò affatto scalfito da
quell'affermazione, si limitò a sostenere il suo sguardo con quegli occhietti
porcini, due fessure nere al centro della faccia spigolosa. La testa grossa
sembrava staccata da quella montagna d'uomo a torso nudo e con la pelle bianca
striata in modo innaturale, come fosse pietrificato. Indossava soltanto una
specie di gonnone nero a pieghe, lungo fino ai piedi.
L'Oscuromante si guardò attorno. La
caverna in cui aveva trovato la sua vittima sembrava uno scavo sotterraneo. Le
pareti di roccia erano puntellate da grosse travi alte fino al soffitto, le
pareti erano spigolose e taglienti, di tutte le sfumature di grigio possibile.
La poca luce che illuminava quella grotta era data dai grossi bracieri in marmo
sistemati in modo casuale in giro per la caverna. Ombre nervose e allungate si
muovevano tra le rientranze, pronte a intervenire, come soldati in trincea.
«State pronte» sibilò. «Chi
sei?» ripeté Egokeros spazientito. «Perché ti
nascondi qui? L'Imperatrice non ti protegge dalla Tempesta?» «Questa è la mia protezione, la
terra» «Ma hai la scheggia...» «È per questo che mi ucciderai?»
«Sì». Egokeros abbassò la testa
e si mosse con passo pesante. A ogni movimento le spalle si alzavano e
abbassavano come se sollevarle fosse una fatica immane. A ogni colpo del piede la
terra tremava, come un tamburo. L'ultimo passo martellò il lastricato e questo
rispose come fosse stato una membrana elastica, le pietre si sollevarono spinte
da una forza centrifuga, esplodendo in direzione dell'Oscuromante.
L'uomo congiunse le mani senza scomporsi,
serrò le palpebre e i sassi si bloccarono a mezz'aria un istante prima di
investirlo con i loro spigoli taglienti. Riaprì gli occhi di scatto e
allontanò i palmi: un groviglio di scie scure si dipanò dalle linee della mano
formando un piccolo vortice che si espanse fino a diventare una sfera. Le scie
divennero tentacoli filiformi che afferrarono le pietre sospese e le avvolsero
fino a inglobarle completamente. Come fossero state di fumo, si dissolsero,
alimentando i tentacoli che si gonfiarono e sferzarono l'aria con un sibilo
agghiacciante. Le spire volarono in direzione di Egokeros e iniziarono a
frustarlo con veemenza. Il corpo dell'uomo veniva scalfito ripetutamente e
rilasciava una piccola nuvoletta di polvere grigia.
Una tempesta di sabbia si sollevò dal
terreno e lo avvolse come un bozzolo. Quando la sabbia precipitò a terra, di
Egokeros non c'era traccia.
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