Titolo: L’ereditiera americana
Autore: Daisy Goodwin
Editore: Sonzogno
Pagine: 462
Prezzo: 19,50€
Trama: Siamo nei mitici anni
Novanta del diciannovesimo secolo. Per la sera del ballo in maschera di Cora
Cash niente è stato lasciato al caso. Splendida, determinata e scandalosamente
ricca, Cora è quanto di più simile a una principessa si possa trovare nell'alta
società newyorkese. Sua madre ha architettato per lei un debutto che promette
di essere il più sfavillante del decennio. Subito dopo il ballo, Cora andrà in
Europa, con l'implacabile madre a farle da scorta, per procacciarsi un titolo
nobiliare. L'Inghilterra pullula di aristocratici caduti in disgrazia che fanno
la fila per corteggiare le ereditiere americane, senza badare all'origine a
volte umile del loro patrimonio. Cora appare immediatamente meravigliosa agli
occhi della società inglese. Ma l'aristocrazia è un reame pieno di regole
arcane e di trappole, dove non è facile trovare chi accolga a braccia aperte
una straniera facoltosa. Quando s'innamora perdutamente di un uomo che conosce
appena, Cora si rende immediatamente conto di prendere ormai parte a un gioco
che non capisce fino in fondo. E dovrà fare in fretta per armare il proprio
candore con un pizzico di malizia, che la trasformerà dall'ereditiera ricca e
viziata di un tempo in una donna dal carattere forte e risoluto.
Recensione
Alla vigilia del ventesimo secolo gli Americani, i nuovi ricchi,
sanno come divertirsi: tra balli in maschera, picnic sfarzosi e ricevimenti all’insegna
del lusso, l’elite della società non perde occasione per sfoggiare abiti
esagerati, gioielli dalle dimensioni spettacolari e conoscenze altolocate. I
Cash fanno parte di questa cerchia ristretta e Cora, nipote del Mugnaio d’Oro,
è l’ereditiera più ricca d’America: per lei sua madre ha sempre preteso il
meglio in ogni aspetto della sua vita, e ora punta ad ottenere qualcosa in più,
qualcosa che l’America povera di radici storiche non potrà mai offrirle: un
titolo nobiliare. La giovane Cora si prepara così all’imminente viaggio in
Inghilterra, accompagnata dai genitori e dalla fedele cameriera Bertha, pronta
a sfoderare il suo fascino e il suo carisma per conquistare un uomo che possa
finalmente soddisfare il suo più grande desiderio: liberarsi della presenza
soffocante della madre. Eppure il suo ingresso nella società inglese risulta
più difficile del previsto: il suo brio i suoi modi schietti sono spesso
accolti da occhiatacce da parte della nobiltà ma anche e soprattutto dei
domestici, che non perdono occasione per deriderla nei loro alloggi. Quando poi
Cora si innamora di un duca il suo destino prende improvvisamente la piega
tanto sperata: tutta New York parlerà di lei e del suo matrimonio per la gioia
di sua madre, eppure il pensiero di abbandonare la sua casa confortevole per la
vecchia e fredda residenza inglese, gli improvvisi sbalzi d’umore del duca e il
comportamento freddo e autoritario della futura suocera sembrano minare la sua
sicurezza. Riuscirà Cora ad essere felice o si ritroverà a dover affrontare un
nido di serpi?
In copertina viene riportato un giudizio che definisce questo
romanzo come “l’unica terapia possibile contro i sintomi di astinenza da Downton Abbey”; ecco, credo che questo
giudizio calzi a pennello. Leggendo L’ereditiera americana è impossibile non
sentirsi trascinare indietro nel tempo e rivivere esperienze che a noi possono
sembrare assurde ma che all’epoca erano all’ordine del giorno, come i balli ma
anche la caccia a cavallo, gli incontri tra signore in cui dietro a finti
sorrisi si nascondono giudizi spietati, i matrimoni combinati. Il richiamo alla
nota serie tv si sente eccome, a partire dal nome della protagonista (c’è anche
una Sybil!), dall’atmosfera ai piani bassi, per non parlare del malcelato
disprezzo che la nobiltà inglese prova nei confronti degli americani, divenuti
ricchi grazie all’espansione delle ferrovie o come nel caso della protagonista
al commercio della farina, che sopportano solo perché grazie al loro denaro
possono mantenere le loro enormi dimore. Ciò che più di ogni altra cosa
permette al lettore di immedesimarsi in un’epoca così diversa è lo stile ricco
di dettagli dell’autrice, l’attenzione a particolari che presi singolarmente
possono sembrare frivoli o superflui, ma visti nel contesto contribuiscono a
creare un’atmosfera di magnificenza, di ricchezza esagerata ma anche di
straordinaria eleganza. Ad esempio è stata prestata grande attenzione all’abbigliamento
e alle mode che cambiavano a distanza di pochissimi mesi, ma anche alla sfera
artistica della società, con poeti e pittori che osavano decisamente per i
canoni dell’epoca; ogni aspetto della narrazione è stato curato, e credetemi se
vi dico che questa cosa si nota. Le ambientazioni sono magnifiche, si passa
dalle imponenti ville americane dotate di ogni comodità alle fredde e antiche
dimore inglesi, circondate da parchi sconfinati, ricche di storia e di aneddoti
riguardanti i precedenti proprietari; i personaggi poi hanno delle personalità
davvero complesse, specialmente i nobili inglesi, mentre Cora è una ragazza
viziata ma dal cuore puro, desiderosa di trovare la felicità che le spetta di
diritto e disposta a tutto pur di conquistarla, anche ad adattarsi ad usanze
che non approva e che non le appartengono. La sua capacità di sopravvivere alla
tensione che si viene a creare in certi momenti, all’imbarazzo e anche alle
pugnalate alle spalle la trasforma in una donna forte e consapevole, decisa a
non spezzarsi sotto il peso delle sue responsabilità di moglie e padrona di
casa ma anzi a dare filo da torcere ai suoi detrattori.
Concludendo, ritengo che questo sia un libro imperdibile per gli
appassionati del periodo o per gli amanti dei romanzi storici in generale, non
posso fare altro che consigliarlo. :)
Fra
Il libro migliore che ho letto ad Aprile di conseguenza concordo nel giudizio positivo ^^
RispondiEliminaCiao