Titolo: Garden
Autore: Emma Romero
Editore: Mondadori
Collana: Chrysalide
Pagine: 276
Prezzo: 14,90€
Trama: Il ritardo è negligenza. La
negligenza è disordine. Il disordine è il seme della perdizione. Maite è tra le operaie più
efficienti nella fabbrica in cui lavora. In fondo non ha scelta: se commettesse
un'infrazione sarebbe punita con la morte.
Maite coltiva in segreto la sua passione, il canto, e sogna di raggiungere il leggendario giardino alla fine del mondo, dove si narra vivano i ribelli in completa libertà e dove pare siano sopravvissute le lucciole. Perché il suo paese è diventato una prigione fredda e spoglia. Dopo una lunga guerra, l'Italia è stata divisa in Signorie e, per impedire il ritorno al caos, le arti e le scienze sono riservate a una casta di eletti, mentre gli esclusi sono condannati a una vita di obblighi e privazioni.
L'unica fonte di svago è la Cerimonia, la grande festa celebrata per l'anniversario della Rinascita. Maite ha sempre voluto esibirsi su quel palco, ma il giorno in cui potrà finalmente ottenere il suo riscatto scoprirà che, in un paese che ha ucciso ogni speranza, anche dai sogni si può desiderare di fuggire...
Un romanzo italiano dal sapore internazionale che dipinge con lucida spietatezza uno scenario più vicino di quanto possiamo immaginare.
Maite coltiva in segreto la sua passione, il canto, e sogna di raggiungere il leggendario giardino alla fine del mondo, dove si narra vivano i ribelli in completa libertà e dove pare siano sopravvissute le lucciole. Perché il suo paese è diventato una prigione fredda e spoglia. Dopo una lunga guerra, l'Italia è stata divisa in Signorie e, per impedire il ritorno al caos, le arti e le scienze sono riservate a una casta di eletti, mentre gli esclusi sono condannati a una vita di obblighi e privazioni.
L'unica fonte di svago è la Cerimonia, la grande festa celebrata per l'anniversario della Rinascita. Maite ha sempre voluto esibirsi su quel palco, ma il giorno in cui potrà finalmente ottenere il suo riscatto scoprirà che, in un paese che ha ucciso ogni speranza, anche dai sogni si può desiderare di fuggire...
Un romanzo italiano dal sapore internazionale che dipinge con lucida spietatezza uno scenario più vicino di quanto possiamo immaginare.
Recensione
In un futuro imprecisato, in seguito ad una serie di
devastanti conflitti, l’Italia è divisa in tante Signorie, regioni cintate da
alte mura che hanno lo scopo di difendere la popolazione dagli attacchi
esterni; il cibo e l’acqua sono razionati in porzioni che a malapena riescono a
mantenere in vita gli abitanti, costretti a convivere con la perenne sensazione
di sete. Maite è una ragazza di sedici anni, abituata a lavorare in fabbrica
fin dalla tenera età come tutti i ragazzi della provincia; sa che la sua vita
non potrà essere diversa da quella dei suoi genitori, eppure dentro di lei
brucia un fuoco, che nasce all’altezza dello stomaco per poi risalire lungo la
gola. Maite desidera cantare, sentire il suono della sua voce che intona una canzone
qualsiasi, anche una semplice filastrocca; ma per quanto possa sembrare
ingiusto, cantare è vietato, così come disegnare e raccontare storie. L’esercizio
delle arti è riservato unicamente agli Artisti, persone scelte dal Computer
Centrale il giorno dell’esame di Assegnazione in base alla loro vena artistica;
a loro, ed esclusivamente a loro, è concesso esibirsi in una serie di
spettacoli durante l’annuale Cerimonia, la grande festa che da sempre affascina
la popolazione. Maite può cantare in un unico momento della giornata, per pochi
istanti, convinta di essere al sicuro dallo sguardo implacabile dei Giusti; ma
scoprirà ben presto di aver sottovalutato il pericolo..
Opera prima di un’autrice italiana, Garden si presenta come
un distopico autoconclusivo ambientato, udite udite, in Italia; non sono molti
i romanzi ambientati nella nostra penisola (parlo ovviamente di distopici, fantasy,
paranormal e tutti i loro sottogeneri) quindi questo è senza dubbio un punto a
favore di Garden. Purtroppo però questo aspetto, come molti altri, non è stato
approfondito a sufficienza, lasciando aleggiare nell’aria una serie di domande
rimaste senza risposta; ma andiamo per gradi. Garden è ambientato in un futuro indefinito,
non vengono date molte informazioni sulla collocazione temporale anche se il
livello tecnologico non estremamente elevato fa pensare ad un futuro non poi
così lontano; attraverso la voce di Maite l’autrice racconta brevemente che, in
seguito ad un lungo conflitto, si è arrivati alla Rinascita, con la creazione
delle Signorie e l’imposizione delle Nuove Armonie, i divieti imposti dal
Presidente alla popolazione, senza però spiegare alcuni dettagli importanti: ad
esempio, come si è arrivati alla guerra, e cosa ha portato alla sua conclusione?
Possibile che nessuno si sia opposto alla figura del Presidente neanche
inizialmente? Possono non sembrare particolari importanti ma a mio avviso
avrebbero creato una solida base di partenza per la vicenda, permettendo al
lettore di avere un quadro completo della situazione. Per quanto riguarda la
società ci viene riproposto il modello medievale, per cui abbiamo al gradino
più basso della piramide gli abitanti delle province, costretti a lavorare
molto duramente e considerati delle bestie; seguono i cittadini, i ricchi
abitanti della città, privilegiati e spocchiosi, che comprendono gli Artisti;
infine, la punta della piramide è occupata dal Presidente, una figura
autoritaria e decisa a mantenere il controllo sulla popolazione con il terrore
e con il ricorso alle forze armate composte dai Giusti. Questo è forse l’aspetto
che è stato più approfondito: l’universo apparentemente perfetto degli Artisti
viene mostrato per quello che è realmente, la vita dei lavoratori e
specialmente della famiglia di Maite viene descritta accuratamente, anche per
quanto riguarda il lavoro in fabbrica; si sa poco del presidente e soprattutto
dei Giusti, ma nel complesso un’idea relativamente completa della società il
lettore riesce a farsela. Quello che veramente mi è mancato è stato l’aspetto
storico e le interazioni tra le varie Signorie, data l’ambientazione mi sarebbe
piaciuto riuscire a localizzare i vari scenari e approfondire la storia degli
stati che non hanno accolto la Rinascita. Queste lacune, insieme ad alcuni
avvenimenti troppo frettolosi, rovinano purtroppo quello che poteva essere un
libro davvero bello, bloccando il giudizio a tre stelline; a risollevare la
situazione arriva però il finale, nonostante il romanzo sia stato presentato
come autoconclusivo l’ultima scena lascia lo spazio per un seguito, e con esso
si spera eventualmente di poter approfondire il passato e trovare risposta alle
domande rimaste in sospeso :)
Fra
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