Buona
lettura ^^
Titolo: Novemila giorni e una sola notte
Autore: Jessica Brockmole
Editore: Nord
Collana: Narrativa
Pagine: 336
Prezzo: 16,00€
Trama: Margaret non sa perché Elspeth, sua
madre, si sia sempre rifiutata di rispondere a qualsiasi domanda sul suo
passato, limitandosi a mormorare: «Il primo volume della mia vita è esaurito»,
mentre gli occhi le si velavano di malinconia.
Eppure adesso quel passato ha preso la forma di una lettera ingiallita, l’unica che Elspeth ha lasciato alla figlia prima di andarsene da casa, così, improvvisamente, senza neppure una parola d’addio.
Una lettera che è l’appassionata dichiarazione d’amore di uno studente americano, David, a una donna di nome Sue. Una lettera che diventa, per Margaret, una sfida e una speranza: attraverso di essa, riuscirà infine a svelare i segreti della vita di sua madre e a ritrovarla?
Come fili invisibili, tirati dalla mano del tempo, le parole di David conducono Margaret sulla selvaggia isola di Skye, nell’umile casa di una giovane poetessa che, venticinque anni prima, aveva deciso di rispondere alla lettera di un ammiratore, dando inizio a una corrispondenza tanto fitta quanto sorprendente.
La portano a scoprire una donna ostinata, che ha sempre nutrito la fiamma della sua passione, che non ha mai permesso all’odio di spegnerla. La guidano verso un uomo orgoglioso, che ha sempre seguito la voce del suo cuore, che non si è mai piegato al destino.
Le fanno scoprire un amore unico, profondo come l’oceano che divideva Elspeth e David, devastante come la tragedia che incombeva su di loro, eterno come i novemila giorni che sarebbero passati prima del loro incontro…
Eppure adesso quel passato ha preso la forma di una lettera ingiallita, l’unica che Elspeth ha lasciato alla figlia prima di andarsene da casa, così, improvvisamente, senza neppure una parola d’addio.
Una lettera che è l’appassionata dichiarazione d’amore di uno studente americano, David, a una donna di nome Sue. Una lettera che diventa, per Margaret, una sfida e una speranza: attraverso di essa, riuscirà infine a svelare i segreti della vita di sua madre e a ritrovarla?
Come fili invisibili, tirati dalla mano del tempo, le parole di David conducono Margaret sulla selvaggia isola di Skye, nell’umile casa di una giovane poetessa che, venticinque anni prima, aveva deciso di rispondere alla lettera di un ammiratore, dando inizio a una corrispondenza tanto fitta quanto sorprendente.
La portano a scoprire una donna ostinata, che ha sempre nutrito la fiamma della sua passione, che non ha mai permesso all’odio di spegnerla. La guidano verso un uomo orgoglioso, che ha sempre seguito la voce del suo cuore, che non si è mai piegato al destino.
Le fanno scoprire un amore unico, profondo come l’oceano che divideva Elspeth e David, devastante come la tragedia che incombeva su di loro, eterno come i novemila giorni che sarebbero passati prima del loro incontro…
Recensione
Elspeth
è una giovane poetessa che vive con la sua famiglia nella remota isola di Skye,
a nord della Scozia; schiava della sua paura dei traghetti Elspeth non si è
quasi mai avventurata sulla terraferma ed è abituata a trascorrere le sue giornate
in compagnia dei pochi abitanti del villaggio e delle immancabili pecore,
sfruttando ogni occasione per mettere su carta i versi che le passano per la
testa. Dopo essere riuscita a pubblicarne alcuni volumi, Elspeth riceva l’inaspettata
lettera di un ammiratore americano: David è uno studente universitario che ha
saputo cogliere tutte le sensazioni che Elspeth ha racchiuso nei suoi
componimenti e, con la sua lettera, intende ringraziarla per averlo emozionato.
Tra i due inizia così un fitto scambio di lettere, attraverso i mesi e l’oceano
iniziano a conoscersi e a rivelarsi ogni paura, desiderio e ambizione, convinti
che non si incontreranno mai; eppure un giorno qualcosa cambia e l’amicizia
inizia a trasformarsi in un sentimento più profondo, più intenso. Ma Elspeth è
sposata e David sta per raggiungere il corpo di volontari americani impegnati
nel conflitto che sta sconvolgendo l’Europa: possibile che quel sentimento così
forte sia destinato a soccombere sotto le macerie dei paesi devastati dal primo
conflitto mondiale?
Una
storia d’amore epica, spesso straziante ma capace di regalare intensi momenti
di pura felicità: Novemila giorni e una sola notte è uno dei libri più
romantici che mi sia capitato di leggere, secondo solo al Cavaliere d’inverno
di Paullina Simons. I protagonisti sono due ragazzi relativamente giovani ma
segnati dall’epoca in cui vivono: David, abituato al benessere tipico degli
Stati Uniti di inizio XX secolo, è destinato suo malgrado a seguire le orme del
padre medico, intrappolato in una vita minuziosamente pianificata dai suoi
genitori; Elspeth al contrario è libera di fare ciò che più le aggrada ma è
confinata nella sua piccola isola a causa della sua insuperabile fobia dei
traghetti, finendo così per accontentarsi di una vita solitaria e limitata. Il
romanzo è in realtà un romanzo epistolare, la storia viene raccontata
esclusivamente attraverso le lettere che i protagonisti si scambiano, e avviene
su due piani temporali: abbiamo una parte ambientata negli anni ’40, con la
figlia di Elspeth che cerca di ricostruire la vita della madre per scoprire il
motivo della sua costante tristezza, e un’altra parte (quella principale)
ambientata nel secondo decennio del ‘900 e che ha per protagonisti la poetessa
e il giovane americano. Ciò che più mi è piaciuto è stato il modo in cui è nato
l’amore tra i due giovani, in sordina, come in una danza in cui i ballerini
dopo aver fatto un passo in avanti ne fanno due indietro, allontanandosi per
poi riavvicinarsi; leggendo tra le righe si nota fin dalle prime lettere un
desiderio di libertà che pervade entrambi i giovani, la fiducia che lui ripone
in lei e viceversa è principalmente dovuta al fatto che entrambi sono convinti
che non si vedranno mai. La potenza devastante del loro amore, puro e quasi
accecante, tiene il lettore incollato al libro specialmente nella seconda metà,
ambientata durante la prima guerra mondiale: anche l’aspetto storico è stato
molto curato, lo si nota nell’attenzione ai dettagli come ad esempio le lettere
censurate di David dal fronte, la descrizione degli avamposti e delle
competenze dei volontari; inoltre un particolare interessante è il ruolo che
David svolge nel conflitto, non si arruola come combattente ma come autista di
ambulanze, desideroso di fare la sua parte nel conflitto salvando vite umane
piuttosto che spezzandole. Infine un cenno sull’ambientazione, in particolare
sull’isola di Skye: l’autrice grazie alle sue descrizioni riesce a renderla
viva, a far percepire al lettore il vento freddo che spazza la brughiera, il
profumo dell’oceano, il silenzio che la pervade, la quiete quasi magica che la
isola da un mondo sconvolto da esplosioni e bombardamenti.
Da
leggere, assolutamente.
Fra
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