giovedì 19 settembre 2013

Recensione in anteprima: Novemila giorni e una sola notte di Jessica Brockmole

Buona lettura ^^

Titolo: Novemila giorni e una sola notte
Autore: Jessica Brockmole
Editore: Nord
Collana: Narrativa
Pagine: 336
Prezzo: 16,00€
Trama: Margaret non sa perché Elspeth, sua madre, si sia sempre rifiutata di rispondere a qualsiasi domanda sul suo passato, limitandosi a mormorare: «Il primo volume della mia vita è esaurito», mentre gli occhi le si velavano di malinconia.
Eppure adesso quel passato ha preso la forma di una lettera ingiallita, l’unica che Elspeth ha lasciato alla figlia prima di andarsene da casa, così, improvvisamente, senza neppure una parola d’addio.
Una lettera che è l’appassionata dichiarazione d’amore di uno studente americano, David, a una donna di nome Sue. Una lettera che diventa, per Margaret, una sfida e una speranza: attraverso di essa, riuscirà infine a svelare i segreti della vita di sua madre e a ritrovarla?
Come fili invisibili, tirati dalla mano del tempo, le parole di David conducono Margaret sulla selvaggia isola di Skye, nell’umile casa di una giovane poetessa che, venticinque anni prima, aveva deciso di rispondere alla lettera di un ammiratore, dando inizio a una corrispondenza tanto fitta quanto sorprendente.
La portano a scoprire una donna ostinata, che ha sempre nutrito la fiamma della sua passione, che non ha mai permesso all’odio di spegnerla. La guidano verso un uomo orgoglioso, che ha sempre seguito la voce del suo cuore, che non si è mai piegato al destino.
Le fanno scoprire un amore unico, profondo come l’oceano che divideva Elspeth e David, devastante come la tragedia che incombeva su di loro, eterno come i novemila giorni che sarebbero passati prima del loro incontro…

Recensione

Elspeth è una giovane poetessa che vive con la sua famiglia nella remota isola di Skye, a nord della Scozia; schiava della sua paura dei traghetti Elspeth non si è quasi mai avventurata sulla terraferma ed è abituata a trascorrere le sue giornate in compagnia dei pochi abitanti del villaggio e delle immancabili pecore, sfruttando ogni occasione per mettere su carta i versi che le passano per la testa. Dopo essere riuscita a pubblicarne alcuni volumi, Elspeth riceva l’inaspettata lettera di un ammiratore americano: David è uno studente universitario che ha saputo cogliere tutte le sensazioni che Elspeth ha racchiuso nei suoi componimenti e, con la sua lettera, intende ringraziarla per averlo emozionato. Tra i due inizia così un fitto scambio di lettere, attraverso i mesi e l’oceano iniziano a conoscersi e a rivelarsi ogni paura, desiderio e ambizione, convinti che non si incontreranno mai; eppure un giorno qualcosa cambia e l’amicizia inizia a trasformarsi in un sentimento più profondo, più intenso. Ma Elspeth è sposata e David sta per raggiungere il corpo di volontari americani impegnati nel conflitto che sta sconvolgendo l’Europa: possibile che quel sentimento così forte sia destinato a soccombere sotto le macerie dei paesi devastati dal primo conflitto mondiale?

Una storia d’amore epica, spesso straziante ma capace di regalare intensi momenti di pura felicità: Novemila giorni e una sola notte è uno dei libri più romantici che mi sia capitato di leggere, secondo solo al Cavaliere d’inverno di Paullina Simons. I protagonisti sono due ragazzi relativamente giovani ma segnati dall’epoca in cui vivono: David, abituato al benessere tipico degli Stati Uniti di inizio XX secolo, è destinato suo malgrado a seguire le orme del padre medico, intrappolato in una vita minuziosamente pianificata dai suoi genitori; Elspeth al contrario è libera di fare ciò che più le aggrada ma è confinata nella sua piccola isola a causa della sua insuperabile fobia dei traghetti, finendo così per accontentarsi di una vita solitaria e limitata. Il romanzo è in realtà un romanzo epistolare, la storia viene raccontata esclusivamente attraverso le lettere che i protagonisti si scambiano, e avviene su due piani temporali: abbiamo una parte ambientata negli anni ’40, con la figlia di Elspeth che cerca di ricostruire la vita della madre per scoprire il motivo della sua costante tristezza, e un’altra parte (quella principale) ambientata nel secondo decennio del ‘900 e che ha per protagonisti la poetessa e il giovane americano. Ciò che più mi è piaciuto è stato il modo in cui è nato l’amore tra i due giovani, in sordina, come in una danza in cui i ballerini dopo aver fatto un passo in avanti ne fanno due indietro, allontanandosi per poi riavvicinarsi; leggendo tra le righe si nota fin dalle prime lettere un desiderio di libertà che pervade entrambi i giovani, la fiducia che lui ripone in lei e viceversa è principalmente dovuta al fatto che entrambi sono convinti che non si vedranno mai. La potenza devastante del loro amore, puro e quasi accecante, tiene il lettore incollato al libro specialmente nella seconda metà, ambientata durante la prima guerra mondiale: anche l’aspetto storico è stato molto curato, lo si nota nell’attenzione ai dettagli come ad esempio le lettere censurate di David dal fronte, la descrizione degli avamposti e delle competenze dei volontari; inoltre un particolare interessante è il ruolo che David svolge nel conflitto, non si arruola come combattente ma come autista di ambulanze, desideroso di fare la sua parte nel conflitto salvando vite umane piuttosto che spezzandole. Infine un cenno sull’ambientazione, in particolare sull’isola di Skye: l’autrice grazie alle sue descrizioni riesce a renderla viva, a far percepire al lettore il vento freddo che spazza la brughiera, il profumo dell’oceano, il silenzio che la pervade, la quiete quasi magica che la isola da un mondo sconvolto da esplosioni e bombardamenti.

Da leggere, assolutamente.


Fra

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