domenica 6 febbraio 2011

Recensione: Sunset Limited di Cormac McCarthy



Titolo: Sunset Limited
Titolo originale: The Sunset Limited
Autore: Cormac McCarthy
Editore: Einaudi editore
Collana: ET scrittori
Pagine: 115
Prezzo: 8,50 €
 
Trama: La cucina di una casa popolare, un tavolo, due uomini seduti intorno. Uno dei due è bianco, l'altro è nero. Sul tavolo c'è una Bibbia. I due uomini parlano. Non si conoscevano prima di questa mattina, quando il nero ha strappato il bianco alle rotaie del Sunset Limited sotto cui stava per lanciarsi. Ma quello era solo l'inizio. Ora i due devono andare oltre. E così parlano. Dai due lati del tavolo, da prospettive, lingue e colori antitetici, fra picchi di comicità e abissi di disperazione senza contatto possibile oltre all'ingegno folgorante della penna che li ha partoriti. Un «romanzo in forma drammatica» che raggiunge il nucleo pulsante dell'indagine esistenziale di McCarthy. Non ci sono approdi, prese di posizione, risposte. C'è solo una domanda: che cosa ti divide dal tuo Sunset Limited?
 
Considerato uno dei capolavori, insieme a Suttree, Non è un paese per vecchi e La strada, di Cormac McCarthy, autore che si è messo in luce per opere tutt'altro che banali o facilmente comprensibili. Tutti i suoi prodotti riflettono il suo conflitto interiore, il suo essere «senza anima» , parafrasando una sua stessa affermazione, il suo continuo indagare sulle dinamiche umane. Sunset Limited, in realtà, non è un romanzo ma un testo teatrale, che vede come grandi protagonisti un «Bianco» ,professore ateo per bene, un «Nero» Cristiano ex-carcerato e Dio. Dalle prime pagine dell'opera scopriamo che il Nero ha salvato il Bianco da un tentativo di suicidio e l'ha portato a casa sua, in uno squallido appartamento di una palazzina frequentata da drogati e ladri. Lo scopo è quello di distogliere il Bianco dall'idea della morte come una soluzione e fuga dalle sofferenze che lo tormentano. Per quasi tutto il libro, che è costituito da un unico, grande dialogo, è il Nero a tenere le redini della situazione, tempestando il professore di domande sul senso della vita, sulla Bibbia e raccontando anche qualcosa di se e delle sue esperienze . Racconta di come è finito in carcere, di come ha scoperto Dio, che gli ha parlato e l'ha raccolto dal gradino più basso in cui era precipitato, e di come ha deciso di aiutare gli altri vivendo nei posti più degradati. Il Bianco, invece, è come un guscio vuoto che cammina: non ha più niente dentro di se, non crede più in niente e quello che un tempo riteneva importante, come l'arte o la cultura, cioè la civiltà,per lui «è andata definitivamente in fumo nelle ciminiere di Dachau». Ritiene la felicità impossibile, contraria alla stessa condizione umana, un tutt'uno con la sofferenza. A nulla valgono i tentativi del Nero di convincerlo del fatto che Dio gli sta parlando, che deve solamente stare ad ascoltare e che tutto quello che vuole è essere amato da Dio: nelle ultime pagine del libro si assiste a un totale ribaltamento della situazione. Il professore, che aveva sempre risposto a monosillabi o con poche parole, finalmente espone il suo cinico, disperato, irrimediabile modo di vedere le cose. Le sue parole sono lame affilate che solo persone che hanno sopportato grandi sofferenze o che hanno perso tutte le speranze possono capire. Egli rappresenta un totale venire meno della fede in Dio, nel mondo, nella scienza, negli ideali, nei sogni. In ogni cosa. Non c'è più niente a separarlo dal suo Sunset Limited, anela solo al buio, alla pace, a una totale solitudine, perchè «..ogni strada porta alla morte. O peggio. Ogni amicizia. Ogni amore. Tormenti, tradimenti, lutti, sofferenze, dolore, vecchiaia, umiliazione, malattie orrende e lunghissime. E alla fine di tutto una sola conclusione.». Il libro si conclude con il professore che lascia la casa del Nero, che si getta a terra e, disperato, chiede a Dio perchè non gli ha dato le parole giuste per convincerlo. E' un libro che ti cambia: può consolidare o far nascere la fede in una persona o distruggerla totalmente se si guarda con gli occhi del dolore. Tutto sta nel farsi trovare preparati.
 
Fede

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