domenica 23 dicembre 2012

Recensione: Non ti muovere di Margaret Mazzantini



Buona lettura ^^

Titolo: Non ti muovere
Autore: Margaret Mazzantini
Editore: Mondadori
Collana: Oscar grandi bestsellers
Pagine: 300
Prezzo: 13,00€
Trama: Una giornata di pioggia e di uccelli che sporcano le strade, una ragazza di quindici anni che scivola e cade dal motorino. Una corsa in ambulanza verso l'ospedale. Lo stesso dove il padre lavora come chirurgo. È lui che racconta l'accerchiamento terribile e minuzioso del destino. Il padre in attesa, immobile nella sua casacca verde, in un salotto attiguo alla sala operatoria. E in questa attesa, gelata dal terrore di un evento estremo, quest'uomo, che da anni sembra essersi accomodato nella sua quieta esistenza di stimato professionista, di tiepido marito di una brillante giornalista, di padre distratto di un'adolescente come tante, è di colpo messo a nudo, scorticato, costretto a raccontarsi una verità straniata e violenta. Parla a sua figlia Angela, parla a se stesso. Rivela un segreto doloroso, che sembrava sbiadito dal tempo, e che invece torna vivido, lancinante di luoghi, di odori, di oscuri richiami. Con precisione chirurgica Timoteo rivela ora alla figlia gli scompensi della sua vita, del suo cuore, in un viaggio all'indietro nelle stazioni interiori di una passione amorosa che lo ha trascinato lontano dalla propria identità borghese, verso un altro se stesso disarmato e osceno.

Recensione

La narrazione inizia con la descrizione di un incidente stradale in cui una ragazzina viene coinvolta; la sua situazione è disperata, il corpo non reagisce agli stimoli e la vita scivola via lentamente dagli occhi. All’arrivo in ospedale viene avvisato un chirurgo, non perché sarà lui a doverla operare, ma perché ne è il padre; sconvolto dal dolore, Timoteo può solo attendere mentre i suoi colleghi si occupano dell’intervento e sperare, pregare. Oppure ricordare. Ricordare il passato, quando ancora Angela non era nata, rivivere i momenti più scabrosi e allo stesso tempo felici della sua vita e raccontarli alla figlia in un monologo silenzioso, con la speranza che lei possa capire, che possa perdonare e accettare anche il lato oscuro della sua persona.

Questo è stato il mio primo libro della Mazzantini, e non sono certa di aver colto totalmente le sfumature che pare invece abbiano colto in molti. Senza ombra di dubbio si tratta di un romanzo molto ben scritto, sia per quanto riguarda la grammatica che per quanto riguarda lo stile e le scelte lessicali, anche la punteggiatura è stata usata nel migliore dei modi. Da un punto di vista strettamente “tecnico” lo definirei perfetto, purtroppo non mi sento di elogiarlo altrettanto per i contenuti. Certo, la storia di questo padre che aspetta angosciato di sapere se la figlia vivrà o meno è toccante, ma i suoi ricordi sono osceni: il modo in cui ha trattato il cosiddetto amore della sua vita ha qualcosa di grottesco, specialmente verso il finale. Tutte le false speranze che ha dato alla poveretta, lo stesso fatto di trattarla come uno zerbino al’inizio e poi di innamorarsene perdutamente mi è sembrato talmente surreale da non riuscire a sentirlo dentro. A mio avviso l’autrice ha cercato da far passare Timoteo come vittima della situazione, senza però riuscirci; leggendo le ultime pagine mi è venuto in mente un proverbio che penso possa riassumere bene il libro: chi è causa del suo mal pianga se stesso.

Concludendo, il libro è l’esempio di una grande capacità tecnica, ve lo consiglio se comunque vi piace il genere, se invece per certi aspetti siete ciniche/i come la sottoscritta passate oltre.

Fra

2 commenti:

  1. Sono d'accordissimo! E' elogiato da tutti, ma proprio non mi ha convinto, sebbene il talento dell'autrice sia veramente innegabile. Il film, invece, l'ho trovato meglio, per certi versi :)
    Ps. Buone feste!!

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    1. io devo ancora vederlo, proverò magari in questi giorni ^^
      buone feste anche a te!! :D

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